10/06/2009

Tema sul cammino etico-religioso dell'innominato, articolo di giornale (2)

Il travaglio etico-religioso dell’innominato. In un articolo di cronaca metti in luce per i tuoi lettori il cammino che porta l’innominato alla conversione.

- Una buona nuova, io? Ho l’inferno nel cuore, e vi darò una buona nuova? Ditemi voi, se lo sapete, qual è questa buona nuova che aspettate da un par mio.-

- Che Dio v’ ha toccato il cuore, e vuol farvi suo,- rispose pacatamente il cardinale.

- Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov’è questo Dio?-

Una profonda conversione, ma non una conversione qualunque, una trasformazione integrale, una nuova vita, una nuova Fede.

L’Innominato, la figura più complessa che Manzoni ci presenta nel romanzo, è una persona malvagia, potente e rispettata (proprio per il suo potere), che raggiunge ogni obiettivo senza compromessi e restando fedele a se stesso. È una persona, però, che attraversa una ‘crisi spirituale’, che sente il bisogno di capire da che parte stare, come comportarsi.

Così, quando Don Rodrigo (che si differenzia dall’ Innominato per la sua mancanza di forza d’animo, lealtà e coraggio) si rivolge a lui per rapire Lucia, per l’Innominato arriva il momento di cambiare.

Dopo una notte di disperazione, di crisi, proprio perché Lucia è rinchiusa nel castello, arriva il giorno, la luce, la conversione.

Arriva infatti al paese dell’Innominato il Cardinale Borromeo, un uomo buono, onesto, che si dedica completamente alla fede e ai fedeli, l’unico,quindi, in grado di convertire un uomo come l’Innominato.

In effetti il cardinale riuscirà a chiarire i dubbi di un animo così tormentato, poiché ha anch’egli un animo forte, determinato, buono e pronto ad aiutare chi ne ha bisogno. Il Cardinale accoglie infatti l’Innominato con felicità, senza pensarci su, desideroso come non mai di conoscere e parlare con una personalità tanto criticata e temuta, risponde alle sue domande, calma la sua disperazione e gli spiega che se è lui stesso a pentirsi e ad ammettere i suoi errori, Dio lo perderà e farà di lui ‘strumento di bene’.

Così, dopo un abbraccio amichevole e un pianto di sfogo, l’Innominato rivela al Cardinale di aver rapito Lucia e averla nascosta nel suo castello.

Finalmente l’Innominato si sente rinascere, prova gioia, soddisfazione, sa di aver fatto la cosa giusta, non sente più dentro tutta quella confusione che aveva prima.

Ma perché proprio l’ Innominato? Un cattivo, un omicida, un uomo che ha sempre fatto del male, che ha sempre compiuto azioni fredde e crudeli. Come, una figura così negativa, così lontana dal bene, può arrivare alla conversione?

Semplice, ha ammesso i suoi errori, ha preso al volo l’opportunità che la provvidenza, tramite Lucia, gli ha offerto e ha ricominciato da zero, pronto a far tanto bene quanto male aveva fatto in precedenza.

Oltre a questo tipo di ‘conversione’ dal male al bene, troviamo tra le ultime notizie quella di un’altra conversione: quella del musulmano Magdi Allam, vicedirettore del Corriere Della Sera, che, dopo un decisivo incontro con Papa Benedetto XVI (riconducibile a quello tra l’Innominato e il Cardinale Federigo Borromeo), ha deciso di convertirsi alla religione cristiana.

Come per l’Innominato, anche per Magdi Allam sarà difficile: mentre il primo dopo la conversione ha dovuto mettersi contro i malvagi, ha dovuto difendere i deboli e ha dovuto sacrificarsi come non mai, il secondo sarà costretto a viaggiare con la scorta, a temere ogni giorno per se, sua moglie e i suoi tre figli, a sopportare le continue minacce di morte da parte degli estremisti islamici e a condurre una vita di sacrifici solo perché ha scelto una religione al posto di un'altra.

E a questo punto sorge spontanea una domanda: come mai, nonostante siano passati quattro secoli, i cambiamenti radicali suscitano sempre reazioni esagerate? Come mai non è ancora possibile essere liberi di fare il bene o il male, di credere in Allah o in Dio, in Maometto o in Gesù?

‘Ai posteri l’ardua sentenza’.

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